Museo
Virtuale dell'Arte Rupestre Camuna
Arte e cultura
camuna: Periodi I e II
Mentre nella zona alpina
proseguiva questa cultura ancora legata al mondo paleolitico, nelle aree
balcanico-danubiana e medio-orientale si stavano sviluppando nuovi modi
di vita e produzione: gruppi locali e poi comunità sempre più ampie iniziarono
a ricercare fonti alimentari alternative a quelle reperibili spontaneamente
in natura: sono gli albori dell'agricoltura e dell'allevamento che produce
come conseguenza più evidente la sedentarizzazione ed il sorgere di comunità
stabili.
Da queste aree si diffuse la cultura agricola in ampie zone limitrofe,
a Nord nell'area Centro-europea, ad ovest nell'Italia centro-meridionale
ed in seguito settentrionale, attraverso sia la colonizzazione diretta
di nuove terre da parte di genti carpatico-danubiane, sia con contatti
tra queste genti ed i gruppi autoctoni locali mesolitici, con economie
ancora basate sulla caccia e la raccolta.
In altre aree, si svilupparono autonomamente forme elementari di allevamento
ed agricoltura che portarono gradatamente i gruppi mesolitici e paleolitici
a stadi di sviluppo economico più avanzati.
Anche la Valcamonica entrò in questo generale processo di rinnovamento:
a partire dal V millennio AC gruppi e poi nuclei stabili si insediarono
in Valle, come è documentato in numerosi siti tra cui l'area del castello
di Breno e Luine.
Comunità che verosimilmente erano riuscite ad integrare l'antica economia
della caccia con le nuove tecniche della coltivazione delle terre e dell'allevamento
(cani, maiali, buoi, capre, pecore ecc.), adottando o elaborando innovazioni
come l'arco e freccia, il telaio per tessere, la terracotta (con tutte
le trasformazioni nell'alimentazione che comportò).
Queste genti proseguirono l'antica consuetudine rituale dell'istoriazione
rupestre su rocce all'aperto, incidendo nuovi simboli accanto alle arcaiche
figure di animali.
Un diverso repertorio figurativo caratterizza questo periodo. Compaiono
le prime raffigurazioni umane con l'uomo rappresentato nella tipica posizione
con le braccia alzate ad orante, abbinate a figure e simboli derivati
dal mondo agricolo-pastorale: animali addomesticati come canidi, bovidi,
oppure esseri immaginari di derivazione danubiana come l'idolo-farfalla,
o simboli circolari e schematici.
Inizialmente le figure sono isolate e sporadiche per divenire poi via
via sempre più complesse e articolarsi infine in scene. Le incisioni realizzate
in questo periodo sono presenti in una ricca concentrazione nella fascia
bassa della Riserva e questo fa supporre che l'area altimetricamente inferiore
(dai 300 ai 600 mslm) sia stata la zona prima utilizzata per l'attività
istoriativa, probabilmente già a partire dal IV-V millennio AC.
Più tardi, intorno alla fine del IV millennio AC, altri temi iconografici,
che testimoniano anche di cambiamenti ideologici, compaiono sulle rocce:
si ritrovano composizioni semplici di rettangoli collegati da canaletti,
o semplici linee che si snodano sinuose lungo crinali rocciosi, forse
i primi tentativi di idealizzazione "grafica" del territorio, sempre più
condizionato (attraverso l'agricoltura e l'allevamento) dall'Uomo.
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